Se solo il vento potesse accarezzare il mio volto scoperto
Se tan solo l’acqua della pioggia nutrisse nostre anime ferite
Se le foglie degli alberi volassero in cerca di cecare i nostri occhi
Se la lava riscaldasse i nostri dintorni esausti di speranze offuscate
Se la neve sciogliesse le pene recondite dimenticate nel nostro indentro
Se le tempeste augurassero un pervenire calmo e sereno una volta passate devastandoci
Se i mari se rivelassero contro il male perenne che le facciamo assiduamente
Se la fauna ci abbandonasse in cerca di posti magici assente di pericoli umani
Se la flora smettesse di crescere rivelandosi contro l’abuso massiccio generalizzato
Se la luce non risplendesse e facesse vedere i nostri difetti così evidenti a occhi nudi
Se le stelle nascondessero la loro luce rinnegandoci la possibilità d’arrivare ovunque durante la notte
Se il sole brillasse meno incisivamente nel tentativo insidioso di riscaldare i nostri tessuti putrefatti
Se la luna non visitasse mai le nostre auguste notte prevenendo il senso di serenità e amore
Se il condor non vedesse così da lontano le nostre vite indaffarate da finta doverosità
Se l’aquila raggiungesse alture inferiore paragonabili a ambite aspettative dell’uomo speculatore
Se gli animali in pericolo estinguessimo la propria presenza nel nostro mondo
Se continuassimo a vivere questa vita senza un senso delineato e preciso
Avremo fatto ciò che da tanto ci proponiamo con arduo impegno
Destreggeremmo questo mondo paziente e comprensivo
Avremmo creato un luogo invivibile che tanto abbiamo precedentemente anelato
L’uomo non avrà nessun altro che incolpare tranne se stesso
Magari così il nemico finalmente diventerà l’altro uomo accanto
E la specie così si estinguerà finalmente una di volta per tutte
Manuel Otero Martí